Senza respiro. Anzi, meglio, con un respiro lungo come tutto il Paese: il tour ricostituente non è un viaggio ma l’abbiamo pensato per essere un cammino, per scrivere la lettera del futuro che vogliamo costruire, per costruire una politica che davvero sia cambiamento. Come scrive Pippo sul suo blog:
«Questioni come la disuguaglianza, il lavoro che si trasforma e deve saper interpretare i cambiamenti tecnologici, gli spazi e le risorse pubbliche, il ruolo del credito, la misura da dare alla globalizzazione, l’evasione fiscale (nazionale e internazionale), il modello di sviluppo e l’economia crircolare, le cose che succederanno nei prossimi anni, gli investimenti pubblici (a partire dalla scuola e dalla ricerca) saranno definite a partire da proposte (precise anche sotto il profilo economico) che possono essere discusse fin da ora e andranno a comporre una lettera sul futuro che invieremo alle italiane e agli italiani.
Questo è il futuro, non quello sbandierato da chi pensa che tutto questo si possa realizzare trasformando il Senato in un pasticcio.
Questa è la responsabilità di chi vuol governare il Paese, non a partire da bonus elettorali e da altre trovate che lasciano letteralmente il tempo che trovano, non a partire da proposte che sembrano fare tornare tutto a posto con (non) soluzioni taumaturgiche ispirate all’eterno concetto dell’accontentare tutti quanti.»
Partecipare significa esserci, mettercisi. Insieme.