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Tsipras: ascoltare per capire

(Sempre a proposito di quello che si diceva qui)

Sull’edizione greca dell’Huffington Post ieri è stato pubblicato un intervento di Alexis Tsipras, il primo che potrebbe anche essere l’inaugurazione di una più lunga collaborazione, intitolato “Sull’orlo di un cambiamento di portata storica”.

Il leader di Syriza parla del suo movimento e del suo rapporto con l’Europa e con l’euro. In particolare, il cambiamento di cui parla nel titolo è quello che la Grecia affronterà, in positivo, dopo le elezioni del prossimo 25 gennaio, ed è un cambiamento che deve riguardare tutta l’Europa, infatti scrive:

“Il 25 gennaio il popolo greco verrà chiamato a cambiare la storia col proprio voto, a disegnare uno spazio di cambiamento e di speranza per tutti i popoli d’Europa, condannando i fallimentari memoranda dell’austerity, e dimostrando che quando la gente lo vuole, quando osa, e quando vince la propria paura, le cose possono cambiare”

Tsipras spiega che Syriza “non è l’orco, né la grande minaccia per l’Europa”, ma è la “voce della ragione” e una “sveglia” che tara svegliare l’Europa dal letargo e dal sonnambulismo. Non è dunque un pericolo, ma uno stimolo al cambiamento.

Poi ammette che c’è una minoranza che non la percepisce come tale, in particolare la leadership conservatrice del governo tedesco e una parte della stampa che “insiste nel riciclare vecchie storielle e leggende sul Grexit”. Poi si scaglia contro il premier attuale Antōnīs Samaras che, dice, “non offre alcun programma”, ma solo la prosecuzione dell’austerity e continuerà a tagliare gli dipendi e le pensioni mentre dall’altra parte aumenterà le tasse perché

“sta occultando il fatto che la Grecia, in quanto membro dell’Eurozona, si è impegnata nel raggiungimento di alcuni obiettivi, e non piuttosto nella valutazione degli strumenti politici necessari al loro raggiungimento”

Siryza, invece, applicherà il Programma di Salonicco, indipendentemente dal negoziato con i suoi finanziatori, e adotterà una serie di azioni mirate per contenere la crisi umanitaria, con la giustizia fiscale e un piano di rilancio dell’economia. Inoltre, Tsipras punta ad attuare riforme radicali del modus operandi dello Stato nel settore pubblico per “cambiare tutto ciò che ha spinto il Paese sull’orlo di una bancarotta economica, ma anche morale”.

Poi Tsipras passa a parlare dell’euro e dice che Syriza non ne vuole il crollo, ma il salvataggio, ma sarà impossibile salvarlo finché il debito pubblico dei suoi Stati Membri sarà fuori controllo. Spiega che il problema del debito pubblico non è solo greco, ma europeo e dunque è l’Europa nel suo insieme che è in debito e che deve cercare una soluzione sostenibile. Poi chiarisce:

“Syriza e la Sinistra Europea sostengono che nella cornice di un accordo europeo, la stragrande maggioranza del valore nominale del debito pubblico debba essere cancellata, bisognerà imporre una moratoria sulla sua restituzione, e bisognerà introdurre una clausola per la crescita che si occupi della parte rimanente del debito, così da poter impiegare le rimanenti risorse per la crescita”

Tsipras sostiene che davanti al futuro dell’Europa ci sono due strategie completamente diverse:

– quella del ministro dell’Economia tedesco Schäuble, secondo il quale, “indipendentemente dal fatto che leggi e i principi concordati funzionino, dovremmo continuare ad applicarli”
– quella del “costi quel che costi” per salvare l’euro (espressione usata nel 2012 da Mario Draghi, Presidente della BCE)

e queste due strategie si scontreranno proprio in occasione delle elezioni greche del 25 gennaio. Tsipras è convinto che la seconda prevarrà perché, scrive,

“la Grecia è il paese di Sofocle, che con l’Antigone ci ha insegnato che esistono momenti in cui la legge suprema è la giustizia

(fonte)

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(La vignetta è di Mauro Biani, of course)