Il ministro dirottatore Piantedosi insiste, mostrando però una certa confusione. Pur di dare un senso a un Decreto sicurezza illegittimo di fronte alle leggi internazionali negli ultimi giorni dilaga su giornali e televisioni per dire la sua sull’immigrazione e cade, troppo spesso, in errore.
Piantedosi è riuscito candidamente a dire che nei primi due mesi di governo sono diminuiti gli sbarchi. Ma non è così
Ospite della trasmissione L’aria che tira su La7 il ministro dell’Interno riesce candidamente a dire che “i primi due mesi di azione di questo governo hanno fatto segnare una flessione della curva di crescita degli sbarchi rispetto all’anno precedente”.
Da quanto si è insediato il governo Meloni sono sbarcati sulle coste italiane quasi 23.400 migranti
In studio ovviamente nessuno lo smentisce eppure a Piantedosi basterebbe leggere i dati del suo ministero, gli basterebbe aprire il cassetto del suo ufficio. Come fa notare Pagella politica secondo i dati del Ministero dell’Interno infatti, nei due mesi successivi all’insediamento del governo, ossia da quella data al 22 dicembre 2022, sono sbarcati sulle coste italiane quasi 23.400 migranti. Nello stesso periodo del 2021, durante il governo Draghi, gli sbarchi erano stati oltre 12.600.
Nell’intervallo di tempo indicato da Piantedosi c’è stato dunque un aumento degli sbarchi dell’85,7 per cento. La percentuale di crescita raggiunge il 98,7 per cento se si guarda il periodo tra il 22 ottobre 2022 e il 10 gennaio 2023, il giorno dell’intervista del ministro. In questi quasi tre mesi gli sbarchi in Italia sono di fatto raddoppiati (+98,7 per cento), passando a circa 31.200 dagli oltre 15.700 dello stesso periodo a cavallo tra il 2021 e il 2022.
Più nel dettaglio, nei primi 10 giorni di gennaio del 2023 i migranti sbarcati sono stati 3.709: nello stesso periodo del 2022 erano stati 378 e nel 2021 287. Nel solo mese di dicembre 2022 gli sbarchi sono stati quasi 10.800, contro gli oltre 4.500 di dicembre 2021. I numeri dicono quindi che gli sbarchi, con buona pace del ministro, siano in crescita rispetto al passato. Volendo provare a essere un po’ più seri di questa continua e feroce propaganda potremmo ricordarci per l’ennesima volta che le politiche dei governi hanno un’incidenza minima sul fenomeno.
Gli studi più recenti indicano chiaramente che i due fattori principali che contribuiscono alle partenze dal Nord Africa sono le condizioni meteo e l’instabilità politica della zona. Sul meteo appare difficile che il governo di cui Piantedosi fa parte possa fare qualcosa mentre per la stabilità politica del continente bisognerebbe fare qualcosa di più (e di meglio) dell’assoldare qualche banda travestendoli da sedicente Guardia costiera per compiere il lavoro sporco che l’Europa vergognosamente appalta.
Ong calamite di profughi? È una vecchia balla già smontata
Per completare la serie di sciocchezze il ministro ha ritirato fuori dal cilindro ancora una volta l’astrusa teoria del pull factor secondo cui dei disperati rischierebbero la vita in mare non per salvarsi la pelle ma perché invitati dalle navi delle Organizzazioni non governative. Che le Ong possano avere un “effetto calamita” sulle partenze è una panzana che usa solo la destra italiana.
Rapporti dell’Università di Oxford, dell’Università di Londra, dell’Istituto Universitario Europeo di Firenze e dell’Istituto Italiano per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI) hanno dimostrato che non esiste un nesso causale tra le traversate nel Mediterraneo centrale e la presenza di navi di soccorso delle ONG che si occupano di Search and Rescue. Lo dimostrano anche diversi esempi concreti: dopo l’interruzione dell’operazione di salvataggio Mare Nostrum nel 2014, il numero di partenze e arrivi in Italia non è diminuito.
Al contrario, è aumentato, così come il numero di morti: 3.165 persone morte nel 2014 secondo l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), 3.232 nel 2015. Qualcuno consigli al ministro dell’Interno di applicarsi di più.
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