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Tutti al forum di Cernobbio, tanto per dare l’idea di una campagna elettorale in mezzo alla gente

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Tutti al forum di Cernobbio, tanto per dare l’idea di una campagna elettorale in mezzo alla gente. Sì, come no. Siamo alle solite. Eccoci al nostro quotidiano bestiario elettorale.

TAJANI CADE SUL PONTE

In un discorso sulla dipendenza energetica al Forum Ambrosetti di Cernobbio, il coordinatore di Forza Italia Antonio Tajani ha citato anche il disastro del Ponte Morandi, lasciandosi andare a una frase degna dei peggiori complottisti. Tajani si è spinto ad attribuire la responsabilità del crollo in cui persero la vita 43 persone a chi si è opposto alla realizzazione della bretella autostradale della Gronda.

Niente invece sulla mancata manutenzione, che secondo quanto emerso dalle indagini fu la causa del crollo. «Basta con il partito del no – ha detto Tajani- che blocca sempre tutto. Pensiamo ad esempio alla Gronda di Genova, bloccata dal partito del no. E forse anche il Ponte Morandi non sarebbe crollato se non ci fossero stati quei no». Qualcuno dica a Tajani che ci sono 59 persone a processo: molti dirigenti di Autostrade e del ministero delle Infrastrutture e di Spea che si occupava della manutenzione. Va bene essere garantisti ma essere visionari…

DIBATTITI ELETTORALI

In una democrazia che funziona la televisione pubblica ha il dovere di promuovere i dibattiti politici e informare i cittadini su tutte le candidature. Detto fatto: la Rai ha organizzato un dibattito elettorale per la circoscrizione estero. Il dibattito andrà in onda martedì 6 settembre alle 2.30 di notte si Rai1. Buona notte.

L’AGENDA BLAIR

Italia Viva e Azione fanno campagna elettorale contro il Pd e il M5S dimenticandosi che i prossimi vincitori stanno a destra. Del resto non disdegneranno (segnatevelo) di essere un’utile stampella alla destra, quando servirà, per poter soddisfare la propria natura. Ieri Ettore Rosato (abile nella politica com’è abile nell’estensione delle leggi elettorali, come questo mostruoso Rosatellum con cui si vota) se l’è presa con il segretario del Pd Letta che ha invitato a smetterla di rimanere ancorati al blairismo: «Archiviano Blair, commemorano la rivoluzione bolscevica del 1917 e fanno i manifesti rosso contro nero. È il nuovo PD di Letta e Speranza, quello dei lavoratori contrapposti ai padroni, del pubblico contro il privato», scrive Rosato. Perfetta la risposta della giornalista Chiara Geloni: «in effetti archiviare Blair nel 2022 è un po’ precipitoso ma il rischio dei cosacchi a piazza San Pietro, mi assicurano, è bassissimo».

CALENDAGARCHIA

Calenda è parecchio confuso. Prima dice: «non penso ci sia un pericolo fascismo in Italia, c’è un pericolo anarchia, cioè non si riesce a fare niente. Dobbiamo allora riprendere quello che Draghi stava facendo: mettere assieme gli italiani, non dividere tra buoni e cattivi», dimostrando di non saperne nulla di anarchia e pochissimo di antifascismo. Poi gli scappa la mano e come al solito si incensa: «Non ho problemi a candidarmi alla guida del Paese, ma Draghi è più bravo. Non è una competizione, dobbiamo cercare di tenercelo», dice a Cernobbio. Del resto Calenda, come il suo compare Renzi, sogna da sempre un’egogarchia come unica forma di governo.

L’HA CAPITO PERFINO BERLUSCONI

«Non ho mai parlato di abolizione del reddito di cittadinanza». Lo dice in una intervista al Messaggero Silvio Berlusconi, presidente di Forza Italia, capolista per il Senato a Napoli. «In Italia, un quarto della popolazione, soprattutto al Sud, vive in condizioni di povertà e non possiamo certo abbandonarla a se stessa – afferma – Il reddito va riformulato, per assistere seriamente chi ha davvero bisogno. Ai giovani, invece, bisogna dare delle opportunità di lavoro».

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