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Tutto a posto

Avrebbe anche potuto ballare nudo di fronte a Mattarella, ubriaco, con il fido Apicella nella parte del menestrello ma quest’alleanza non sarebbe caduta lo stesso. Con Silvio Berlusconi è tutto risolto, Giorgia Meloni, Matteo Salvini e il leader di Forza Italia si presenteranno a Sergio Mattarella con il loro codazzo di sgherri per apparecchiare il nuovo governo. Sarà presente anche Antonio Tajani, il braccio destro di Silvio pronto per sedersi sulla poltrona del ministero agli Esteri, dopo essere stato certificato come “europeo e atlantista” da sé stesso, dai suoi alleati e da ottimi uffici stampa.

Il trio Meloni-Salvini-Berlusconi continua a essere una cordata in cui il leader di Forza Italia dimostra di volersi occupare dei suoi piccoli affari (Giustizia e televisioni), Matteo Salvini corroderà dall’interno l’alleanza convinto di riuscire a tornare ai fasti perduti e Giorgia Meloni potrà insistere nella parte della funzionale “donna forte” che invece nel giro di qualche settimana ha già ingoiato di tutto.

Perché in fondo, anche se non hanno il coraggio di ammetterlo, il collante che li tiene insieme non ha niente a che vedere con la politica, è la brama di potere senza governi troppo larghi che gli mettano i bastoni tra le ruote. Tutto legittimo, per carità: i voti dicono chiaramente che questi hanno il dovere di provare a governare. Solo che quei voti si aspettano esattamente le dichiarazioni di Berlusconi, si aspettano le intemperanze nostalgiche del fascismo di La Russa, sono golosi di famiglia tradizionale intesa come manganello, non vedono l’ora di annusare il sangue tra i denti di Salvini, confidano entro Natale in un condono che chiameranno sanatoria.

Non si sa quanto dureranno. Che Giorgia Meloni sia già all’opera per costruire un quarto polo a destra con un gruppo cuscinetto per approdo di transfughi vari (e Maurizio Lupi si è volentieri prestato per esserne il cocchiere) ci dice che le alchimie parlamentari sono tenute molto in considerazione. Al centrosinistra toccherà non cedere ancora una volta al potere per il potere, provando per una volta a trattenersi dall’andare al governo largo con gli occhi lucidi di gioia e la scusa della responsabilità nazionale.

È tutto un copione già visto, così noiosamente vecchio, da far venire voglia di sbagliarsi sul finale scontato.

Buon venerdì.

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