Perché sapere è importante? Perché almeno ci si rende conto di come la mistificazione serva per oliare la propaganda e perché, magari, si possano avere elementi utili per sobbalzare ogni volta che qualcuno (Minniti in testa) dice di avere trovato “accordi” con la Guardia Costiera libica.
Ecco cosa scrive (giustamente) Il Post:
I giornali italiani e internazionali hanno raccontato in diverse occasioni di incidenti e violazioni di diritti umani da parte degli agenti libici; hanno raccontato di speronamenti e colpi di armi da fuoco verso le navi delle ONG che soccorrono i migranti, ma anche di maltrattamenti subiti dai migranti colpiti con armi da fuoco, fruste e bastoni. L’aggressività della Guardia costiera libica – che è stata anche uno dei principali motivi per cui molte delle ONG coinvolte nei soccorsi hanno sospeso le loro attività – non è comunque un fenomeno così recente.
In un rapporto di inizio giugno commissionato dall’ONU e relativo alla transazione politica in Libia (PDF), si denuncia il fatto che la Guardia costiera libica «sia direttamente coinvolta in gravi violazioni dei diritti umani» dei migranti, insieme alle reti dei trafficanti e ai gestori dei centri di detenzione per migranti (dove i diritti umani vengono sistematicamente violati). Nei casi più gravi, le operazioni della Guardia costiera sembrano confondersi con quelle delle milizie armate, che secondo Nancy Porsia, giornalista esperta di Libia, fanno parte di un sistema che «permea tutta la struttura della società» libica.
Il ruolo di queste milizie è diventato così rilevante che alcuni analisti ipotizzano persino che non esista un solo corpo di Guardia costiera, ma due, tre, oppure tante quante sono le milizie che controllano le città costiere. Nessuna di loro, nemmeno quella più legata al governo di unità nazionale, controlla più di qualche decina di chilometri di costa. Quindi, quando si dice di addestrare la Guardia costiera libica, chi si sta addestrando esattamente?
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