Per avere un termine di paragone, basti pensare che nel 2001 erano iscritti a bilancio della Dia 28 milioni di euro. Ci si credeva, era la creatura di Giovanni Falcone, che per primo comprese l’importanza di avere un’unica struttura (polizia, carabinieri e finanza) per affiancare i magistrati impegnati nella lotta alla mafia. E invece oggi non solo il personale è sotto-dimensionato (mancano circa 200 unità), si creano gruppi interforze ad hoc per il controllo degli appalti (quando la Dia ha già, al suo interno, un Osservatorio centrale sugli appalti), e si decurta il Tea, ma quello stesso Tea non viene neanche pagato: sul Viminale pesa un ricorso presentato da 500 tra ufficiali e sottufficiali che non si sono visti corrispondere, come del resto tutti gli altri colleghi, l’indennità dal novembre 2011.
Lo scrive Il Fatto Quotidiano. La chirurgica, lenta ma continua distruzione della DIA prosegue senza intoppi e sopravvive ai cambi di governo. Ora è l’azione del Governo Monti. Se l’avesse fatto qualcun altro avremmo gridato allo scandalo. Saremmo scesi in piazza. Ecco. Facciamolo.