Volendo cercare – con una certa fatica – una notizia politica nell’intera giornata di ieri si potrebbe dire che l’evento più rilevante siano le parole del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti con cui ci dice che “il Parlamento italiano non è nelle condizioni di approvare e non approva” il Meccanismo europeo di stabilità (Mes).
A fine giugno del 2024 dopo una campagna elettorale per le elezioni europee in cui la presidente del Consiglio candidata per finta – caso unico nel panorama politico per un capo di governo – ha promesso di cambiare l’Europa ostentando una rivoluzione invisibile che avremmo anche qui in Italia, i membri del governo discutono del Mes.
A distanza di anni, come le repliche estive ormai stanche e stinte che in televisione non guarda nessuno. Cosa manca La politica, semplicemente. Il ministro Giorgetti che propone di modificare il Mes sa benissimo che non può accadere essendo l’Italia l’unico Paese a non averlo ratificato. Ciò che conta è fare melina per coprire una disarmante mancanza di idee, di strategia complessiva, di un’idea di Paese al di là della propaganda.
Chissà che ne pensano gli elettori di questa destra che hanno votato confidando in un ribaltamento del tavolo dell’Unione europea e adesso vedono la loro leader aggirarsi per i corridoi di Bruxelles con la rabbia di chi non tocca palla. Chissà cosa ne pensano di un sabato di fine giugno in cui il dibattito nella sacra Patria è incagliato sul Meccanismo europeo di stabilità.
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