Confesso che uno dei pruriti che mi toglierei subito è una corsa elettorale nel moderno reame di Arcore. Forse sarà che la sfida non è una mera questione di preferenze e voti, Arcore oggi nell’immaginario comune è il giardino del castello dove tutto è passato e tutto è passabile: le rose giganti senza spine che fischiettano sigle disneyane, le carte da gioco con l’elmo e la spada, i festeggiamenti ogni sera per il buon non compleanno del Re e il bianconiglio che citofona entrando dal retro. Ad Arcore Alice, invece, si è prostituita per molto meno di trenta denari.
Ad Arcore (e questa per il Re è una delle tante brutture della democrazia) fra poche settimane andranno di scena le elezioni amministrative. Capite che correre per diventare consigliere di un fazzoletto del feudo del Re è roba più da Lancillotto o Sancho Panza piuttosto che da strateghi delle poltrone: nel gioco tutto politico di simboli e sistemi Arcore è la spina nel fianco della corte e delle ballerine. C’è innanzitutto un grande lavoro di pulizia, pulizia delle strade biascicate dalle bave dei servi, pulizia di un territorio e di una comunità che non può (e non vuole) rimanere al guinzaglio del Sultano. Arcore è l’ombelico decifrabile e sintomatico del grumo di interessi della berluscocrazia di questi anni.
Dovessi spedire un uomo in avanscoperta ci manderei un guastafeste, uno scassaminchia, insomma uno che infila il dito dentro le carte e le parole del reame. Almeno perché in un Italia di vassalli, valvassori e valvassini si comincino a cancellare i feudi.
Conosco Danilo Menga da tempo. Ha la matrice genuina dell’antipatico e battagliero, di quell’antipatia sana e fondamentale per distinguere un compromesso da un asservimento. E’ la fotografia dei giovani che la politica hanno deciso di andarsela a riprendere sudandosi ogni centimetro. Come una tenzone da medioevo in cui spesso ricadiamo.
Per questo sostengo e vi invito a sostenere Danilo come guastafeste per il prossimo quinquennio. Sarò con lui l’11 maggio alle 21 per avere il piacere di essere al suo fianco in questa corsa, in una serata in cui la compagnia teatrale “Compagnia degli Stracci” metterà in scena uno spettacolo sulle mafie. Mentre ad Arcore e in Lombardia qualcuno fa campagna elettorale con la mafia, Danilo ha deciso di farla “contro” la mafia. E’ una differenza sostanziale. Se siete di Arcore, se non lo siete o semplicemente volete essere con noi, l’11 maggio ci troviamo lì.
Forza Danilo.