Spegnete le voci del cordoglio funebre svolto come se fosse burocrazia, provate a dimenticare le mostruose parole di Matteo Piantedosi che anche mentre prova a difendersi non riesce a nascondere la sua spaventosa natura e elogiare gli accordi con gli sgherri di Stato di Libia e Tunisia.
L’alloggio nel Cara di Crotone dove sono stati illegalmente rinchiusi i sopravvissuti di Cutro è un tugurio
Guardate solo queste foto, le immagini di materassi per terra come giaciglio in mezzo alle screpolature di muffa, un solo bagno fatiscente per tutti, uno stanzone senza riscaldamento e senza lenzuola. Questo è l’alloggio nel Cara di Crotone dove sono stati illegalmente rinchiusi i sopravvissuti della strage di Steccato di Cutro, 72 vittime di cui 28 minori.
Non sono foto rubate, le ha scattate un deputato di Alleanza Verdi Sinistra, Franco Mari, in visita ufficiale. Dopo avere perso mogli, mariti, figli, genitori e fratelli i sopravvissuti non abbastanza morenti per meritarsi un ospedale sono stati rinchiusi come bestie in un luogo che è l’esatta fotografia della banalità del male (fino all’annuncio del Viminale a figuraccia ormai fatta: saranno trasferiti in un hotel sulla costa di Crotone). Nemmeno i lutti riescono a umanizzare le persone che devono pagare la colpa di essere nati dalla parte sbagliata del mondo e di avere bussato alle porte sbagliate per cercare salvezza.
Qui non si tratta di politica, non è solo questione di colpe (che sono diverse, trasversali e che partono da lontano). Qui siamo difronte alla spaventosa banalità del male che è scivolata in mezzo all’indifferenza fino ad ammassare esseri umani che sono diventati “cose” da accumulare in attesa di una soluzione. Piangere qualcuno rinchiuso in un luogo del genere è il risultato di una logistica disumana che ha trasformato i diritti universali dell’uomo in privilegi che vengono centellinate in base alle convenienze della propaganda politica.
Le vittime pettinate e ripulite per la visita del capo di Stato vengono ributtate nel sacco dell’umido quando si spengono le telecamere e si chiudono i taccuini. Ma la notizia peggiore è un’altra: questa desolazione è la consuetudine in Italia e in Europa. Esistono carceri sgarruppate dove vengono parcheggiate persone innocenti per scontare la colpa di sperare di cavarsela. Mentre la politica lucra sui loro corpi strizzando lacrime da coccodrillo i sopravvissuti vivono un lutto in un posto in cui quelli non andrebbero nemmeno a pisciare.
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