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Una facile profezia sul referendum di cittadinanza

Prendete questo articolo, ritagliatelo e tenetelo in tasca. Tornerà utile. La raccolta firme per il cosiddetto referendum sulla cittadinanza che si propone di dimezzare il termine di 10 anni di residenza per ottenere la cittadinanza italiana (com’era prima del 1992) nel momento in cui scrivo sta sfiorando la soglia delle 430 mila firme. L’obiettivo è di arrivare a 500 mila in pochi giorni per poter ottenere il referendum nella prossima primavera. Ci siamo, quasi. 

Il referendum è stato proposto da una rete di partiti (Più Europa, Possibile, Radicali Italiani, Partito Socialista Italiano, Rifondazione Comunista) e associazioni (Italiani senza Cittadinanza, CoNNGI, Idem Network, Libera, Gruppo Abele, Società della Ragione, A Buon Diritto, ARCI, ActionAid, Oxfam Italia, Cittadinanza Attiva, Open Arms, Forum Disuguaglianze Diversità, Recosol, MAEC, InMenteItaca, Le Contemporanee, InOltre Alternativa Progressista, ASGI) che stanno riuscendo a raggiungere un obiettivo che pareva impossibile fino a pochi giorni fa. 

È indicativo il fatto che i partiti più importanti di centro e del centrosinistra abbiano cominciato ad attivarsi quando hanno sentito profumo di possibilità (facile così, eh). 

Se, come sembra, si andrà a referendum sarà accaduto che un’iniziativa popolare abbia superato le moine della politica che su Ius scholae e Ius soli hanno banchettato durante la radura estiva. La politica istituzionale dovrà quindi riconoscere di essere stata superata dalla volontà popolare nel giro di pochi giorni, con lo strumento della firma digitale. A molti non piacerà (anche a qualche insospettabile) e lo strumento verrà messo in discussione. Voi potrete dire «l’avevo letto su Left». 

Buon martedì. 

L’articolo proviene da Left.it qui