Com’è morto Oumar Dia, il ventunenne nato e cresciuto a Bergamo deceduto all’ospedale di Rozzano, nei pressi di Milano, dove era stato trasferito da poco dal carcere di Opera? Il tutto inizia nel 2020. Oumar Dia ruba un telefono e viene consegnato alla Polizia. Viene arrestato per qualche giorno senza che i suoi famigliari ne sapessero nulla. Poco dopo arriva la condanna: 6 mesi ai domiciliari che diventano 7 perché Dia viene colto fuori casa nonostante fosse ai domiciliari.
Dopo i mesi in carcere Dia viene trasferito in una comunità dedicandosi ai lavori socialmente utili con cui ripaga la refurtiva. Sogna di rifarsi una vita e trasferirsi a Londra ma il 7 luglio i carabinieri si presentano a casa della madre rassicurandola. “Si tratta solo della notifica di qualche verbale”, dicono. Non è così, Dia viene trasferito nel carcere di Bergamo. Poco dopo viene trasferito a Milano, in cella d’isolamento. I famigliari non riescono ad avere notizia dalle forze dell’ordine, dal carcere e dagli avvocati. “Dal carcere di Bergamo Oumar – denunciano amici e famigliari – è stato trasferito presso il carcere di Opera e solo tre giorni dopo il trasferimento la madre è stata avvisata del cambiamento.
Durante quei 3 misteriosi giorni le condizioni di Oumar sono totalmente oscure a famiglia e persone interessate”. Improvvisa e tragica la notizia della morte, giustificata dalle parole “è impazzito, era malato ed è morto improvvisamente”. Parole che non convincono nessuno, dato che Oumar, pochi giorni dopo la morte, sarebbe stato messo ai domiciliari. A questo si aggiunge la testimonianza della madre in cui racconta di avere trovato il corpo del figlio all’obitorio “legato con dei fili, mentre era passata ben una settimana dalla morte biologica”. Oumar Dia è stato arrestato lo scorso 7 giugno mentre rientrava a casa dal lavoro, per un fatto avvenuto due anni e mezzo prima.
Il giallo della morte di Oumar Dia in carcere
In seguito alla condanna a quattro anni e mezzo il giudice ha stabilito la sua detenzione nel carcere di Bergamo, nonostante Dia non avesse commesso altri reati. Lo scorso 26 ottobre la famiglia Dia è stata informata dell’inaspettato decesso di Oumar. Circa due settimane fa Oumar Dia è stato trasferito presso il carcere di Opera, ma la famiglia – secondo quanto racconta l’organizzazione no-profit ‘No justice no peace’ – sarebbe stata informata del trasferimento soltanto dopo alcuni giorni.
Non si sa cosa sia accaduto in quel lasso di tempo, nessuno conosce nemmeno il motivo del trasferimento presso la struttura ospedaliera. I famigliari e gli amici spiegano che “ora come ora la voce della famiglia e degli affetti di Oumar non è forte abbastanza per farsi sentire, ma la morte di Oumar non riguarda solo chi lo conosceva, riguarda chiunque in Italia abbia mai subito ingiustizia di qualsiasi tipo, riguarda qualsiasi umano che non tollera abusi di poteri ed ingiustizie a cielo aperto”.
La Cassazione ha intanto dichiarato prescritto il reato di falso per i carabinieri Roberto Mandolini e Francesco Tedesco già condannati in uno dei processi per la morte di Stefano Cucchi. I giudici della Suprema Corte hanno annullato senza rinvio riconoscendo il reato estinto per intervenuta prescrizione. Nel processo di appello bis Mandolini era stato condannato a tre anni e sei mesi e Tedesco a due anni e 4 mesi. Quest’ultimo è il militare dell’arma che con le sue dichiarazioni aveva fatto riaprire le indagini. “Roberto Mandolini. Colpevole e salvato dalla prescrizione”. Così Ilaria Cucchi ha commentato la decisione della Cassazione. Mandolini e Tedesco erano accusati di avere falsamente attestato, nel verbale di arresto di Cucchi, la rinuncia da parte del giovane romano alla nomina del difensore di fiducia.
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