Sono giorni piuttosto intensi per quello che succede, per quello che si scrive e per quello che si legge. Ora voglio ringraziarvi. Ma tutti. Con le braccia così aperte che non basterebbe nemmeno un palco a contenerle. E senza cadere nella malattia di puntualizzare e recriminare. Lo farò rispondendo a tutti. Uno per uno. L’importante ora è che si garantisca sicurezza a me e al collaboratore Luigi Bonaventura (che è la chiave di questa storia), poi aspettare i riscontri e magari riuscire a fare qualche passo decisivo sulle responsabilità. Perché lo sappiamo da tempo che qualcuno mi vuole male ma ora siamo vicini a capire “come”.
Voglio ringraziare quelli che sono scesi per strada con me e per me in tutti questi anni, quelli che lo stanno facendo oggi, il web che mi permette di sentirvi così vicini e voglio ringraziare quelli che vicini ora mi sono anche fisicamente e che stanno sopportando tutto questo e me in tutto questo (che già sono brontolone di natura e figuratevi in questi giorni). Voglio ringraziare gli amici che hanno corso per portarmi un bicchiere di vino senza nemmeno bisogno di parlarci e voglio ringraziare Miriana che mi ama fortificandomi e aiutandomi a non prendermi mai troppo sul serio.
Ora ci si mette al lavoro. Aspettiamo di sapere la reazione delle istituzioni. Si continua a raccontare come possiamo. Cerchiamo di unire i puntini. Ostinatamente. Come gli scassaminchia, eh.