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Vi auguro di essere contestati ancora di più, ancora più forte

Il potere che si lamenta di essere censurato è un’illogica barzelletta che però non fa ridere perché ha molto a che fare con la violenza. Siamo certi che la ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità Eugenia Maria Roccella sappia bene la differenza tra una censura e una contestazione. Se non fosse così sarebbe troppo ignorante per stare dove sta. Si tratta quindi di un’evidente mala fede – questa no, non ci stupisce – perfettamente in linea con il vittimismo di un governo che vorrebbe essere contro-potere mentre gestisce il potere, desiderio tipico di tutti i reazionari. 

Per poter censurare bisogna innanzitutto ricoprire un ruolo di comando. Se dall’alto l’ordine di zittire viene calato verso il basso siamo di fronte a una censura. È una censura quando pezzi di governo o i suoi servi sciocchi impediscono la libertà di parola ai giornalisti, agli scrittori, agli artisti, agli intellettuali, ai lavoratori, più generalmente ai cittadini. La ministra potrebbe quindi essere censurata da qualcuno più alto in grado, solo quello. 

Negli altri casi si tratta di contestazioni, sano conflitto che nutre e che svela una democrazia. È un’enorme puttanata anche la frase che circola in queste ore “andate a contestare dove non è concesso”. Se non fosse possibile dissentire si attiverebbero tutti i i meccanismi necessari per ristabilire la democrazia. Non sapere governare il dissenso dice molto dell’ignoranza e dell’incapacità di gestire il potere. 

Auguro alla ministra Roccella e a tutti i ministri che vorrebbero imporre visioni non condivise di essere contestati ancora di più, ancora più forte, per prendere coscienza del ruolo che ricoprono. 

Buon venerdì.   

Nella foto: frame del video della contestazione studentesca agli Stati generali della natalità, 9 maggio 2024

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